Tutti me lo ammiravano: era davvero perfetto, senza un minimo difetto. Erano tutti concordi nell’ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più mi insuperbivo e mi vantavo di questo mio cuore meraviglioso.
All’improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla che disse: “Beh a dire il vero…. Il tuo cuore è molto meno bello del mio”.
Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla e … i miei.
Certo quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C’erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene, così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi.
Così tutti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.
Io guardai come era ridotto quel vecchio e scoppiai a ridere: “Stai scherzando! – gli dissi – Confronta il tuo cuore con il mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e di lacrime..”
“E’vero!”, ammise il vecchio. “Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai cambio con il mio.
Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore gliel’ho dato, e spesso ho ricevuto in ambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato: ciascuno mi ricorda l’amore che ho condiviso.
Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini.
Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano le voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l’amore che ho provato anche per queste persone… e chissà?
Forse un giorno ritorneranno e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi adesso, che cosa sia il vero amore?”.
Ero rimasto senza parole, e lacrime copiose mi rigavano il viso.
Presi un pezzo del mio cuore, andai incontro al vecchio, e gliel’offrii con le mani che tremavano. Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo.
Poi il vecchio aggiunse:
Se la nota musicale dicesse: “Non è la nota che fa la musica…Non ci sarebbero le sinfonie”.
Se la parola dicesse: “Non è una parola che può fare una pagina…Non ci sarebbero i libri”.
Se la pietra dicesse:”Non è una pietra che pu alzare un muro…Non ci sarebbero case”.
Se la goccia d’acqua dicesse:”Non è una goccia d’acqua che può fare un fiume…Non ci sarebbero gli oceani”.
Se il chicco di grano dicesse: "Non è un chicco di grano che può seminare il campo....Non ci sarebbero le messe."
Se l'uomo dicesse: "Non è un gesto d'Amore che può salvare l'umanità....Non ci sarebbe mai ne Giustizia, ne Pace, ne Dignità, ne Felicità nella terra degli uomini."
Come la sinfonia ha bisogno di una nota,
come il libro ha bisogno di ogni parola,
come le case hanno bisogno della pietra.
come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua,
come le messi hanno bisogno di ogni chicco di grano,
l'umanità intera ha bisogno di me e di te.
Un uomo con i suoi dodici apostoli ha cambiato il mondo.
Troppe volte non ho fatto perché “tanto è inutile, non ne vale la pena”. Solo in tal modo avevo potuto conservare integro il mio cuore.
Adesso guardo il mio cuore, che non è il più bello de mondo, eppure lo trovo più meraviglioso che mai: l’amore di quel vecchio ora scorre dentro di me, l’amore del mondo scorre dentro di me.
Racconto trovato su Internet, liberamente modificato con l’integrazione del “Se” di Michel Quoist
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