martedì 21 dicembre 2004

A Pier


presidente

Caro presidente, chissà se avessi ascoltato papà quando mi mandava da un maestro di musica per imparare a suonare la fisarmonica, adesso potrei suonare insieme a te e ai tuoi amici. Allora la fisa non mi piaceva. Se ....
Vi sono vicino con il cuore, sento le Vostre armonie e vorrei esserci anch'io lì sul palco e dare sfogo alla voglia di musica.
Il vostro concerto è stato grande! Complimenti.
Con affetto. SC

venerdì 3 dicembre 2004

3 dicembre - La Giornata Europea dei Disabili


copertina
Si può sorridere sulla disabilità? Ci hanno provato 40 tra i migliori vignettisti italiani.
Un modo per sensibilizzare le persone sui problemi degli altri.
Quest'anno ho deciso di patrocinare questa iniziativa: chi fosse interessato a ricevere il libro, lo può richiedere a sergio@chiarla.it



martedì 30 novembre 2004

Io e la disabilità


Handicap

Pur avendo papà in carrozzina per un certo numero di anni, ho sempre avuto un certo disagio a confrontarmi con la disabilità.
Il pensiero più ricorrente è la pena per una persona che non può camminare, non può sentire o che è fuori di testa: e questa pena la porti dentro e speri di non essere coinvolto in un rapporto più diretto che metta a nudo la tua incapacità di poter far qualcosa.
Da tre anni frequento un’isola felice dove, quando porto porto i miei amici o conoscenti, rimangono a bocca aperta nel vedere come strutture pubbliche rispondano in modo efficace e addirittura simpatico alle esigenze di persone più sfortunate di noi.
In via San Marino siamo noi, non disabili, ad essere diversi perché ‘la tribù dei disabili” come viene definita da Tullio Regge vive la sua esistenza con una serenità che traspira da volti impegnati nel lavoro, nelle pause nella totale normalità.

Una serenità interna frutto magari di tante sofferenze, ma che adesso è lo specchio di un animo a posto con se stesso e con il mondo.
E chi lavora con loro ha capito che oltre alla disabilità c’è l’individuo ed è con questo individuo che ci si confronta: si scherza, si ride, si riprende se le cose non sono state fatte come indicato.

Una persona come tutte le altre: questo è il salto relazionale che si deve fare operando con i disabili.
Non solo apparenza, ma un sentimento che viene spontaneo dal cuore.
Una persona, delle persone che mi stanno insegnando il valore della vita, il valore di una piccola conquista voluta fortemente con l’impegno e la costanza.

Grazie a tutti per quello che mi state donando.

sabato 20 novembre 2004

Il futuro della televisione


Televisione


Certamente gli scenari che ci vengono offerti sono da un lato allettanti dall’altro estremamente preoccupanti.
La televisione perde sempre di più la caratteristica di catalizzatore degli interessi di un gruppo (famiglia, amici) per diventare lo strumento personale che magari nel suo formato tascabile ti segue come il cellulare.
La Televisione che vuoi, dove vuoi e con chi vuoi. E’ la soluzione a tutte le nostre domande. Vuoi vedere lo sport? Ti connetti al canale sportivo e lo guardi. Vuoi vedere il TG quanti ne vuoi all’ora che vuoi, on line sempre con le notizie.
Dove è andato a finire il divano, i tre telecomandi che ogni tanto volavano per terra e che premendone uno non riuscivi a comandare lo strumento che volevi.
Come faremo a far partire il videoregistratore o il DVD se un programma gentilmente messoci a disposizione da Bill Gates in modo semplice mi chiederà a che ora c’è la trasmissione e su che canale viene trasmessa ( e pensare che Showview che doveva risolvere questo problema non viene utilizzato frequentemente).
Cosa sarà la televisione del futuro:
Non solo TV, ma un vero e proprio computer..

Una notevole quantità di memoria, per soddisfare la maggior parte delle esigenze di elaborazione e intrattenimento con dischi rigidi con capacità elevata, unità CD-ROM/DVD1, avanzate funzionalità audio e grafiche e, ovviamente, la connettività di rete

Un telecomando unico che, insieme a mouse e tastiera, rende semplicissimo accedere alle risorse disponibili nel computer.
Un'avanzata scheda grafica per una visualizzazione ottimale dei programmi televisivi sul monitor del computer.
Un sintonizzatore TV che cattura il segnale televisivo ricevuto via cavo, via satellite o via etere.
Un encoder hardware che consente di registrare sul disco rigido i programmi TV ricevuti via cavo, via satellite o via etere.

All in One: tutto in una scatola nera che ci permetterà di collegarci con il mondo e se vogliamo può essere trasportabile per chè come dice Fabrizio Albergati, direttore del Gruppo Windows Client e Mobility di Microsoft Italia:

“Windows Media Center è un’esperienza nuova che presto diventerà familiare a tutti. Oltre al formato ‘casalingo’ Windows Media Center, vero oggetto di culto per gli appassionati di tecnologia e soluzione ideale per le famiglie, saranno introdotti sul mercato italiano nuovi dispositivi tascabili dotati di un piccolo schermo LCD, chiamati Portable Media Center (PMC), con molte delle funzioni dell’apparecchio fisso, ma con il vantaggio della portabilità: una soluzione adatta ai “teen-ager”.

Mi chiedo se se ne sentiva il bisogno: la tecnologia ancora una volta crea l’esigenza. Dobbiamo correre alla ricerca del piccolo, del portatile dell’avere tutto in palmo di mano.
Poter avere “il mondo” a disposizione: ma non per essere sempre i “bastian contrari” perché una buona volta non ci soffermiamo sui contenuti, su come le cose vengono presentate.

Ben venga Teleintendo, la sperimentazione di televisione fatta dai e per i bambini, ben venga l’attività di formazione che l’università di Torino in particolare scienze della Formazione indica per i futuri formatori che non potranno fare a meno degli strumenti multimediali, ben venga Screen Saver e La Melavisione. Il mondo contro il quale ci scontriamo fatto di veline, di facili celebrità dove sembra che tutto si possa ottenere con il minimo sforzo.

In un’intervista Il mitico Piero Tarricone, la cui curva della celebrità segna un leggero declino, consigliava di comperare la Ferrari dopo almeno due anni di celebrità e di soldi in banca: prima sarebbe un rischio. I soldi oggi ci sono, domani non si sa. La fama come diceva qualcuno è passeggera.

Quali sono gli esempi per i nostri figli? Vorremmo fossero uomini veri che tutti i giorni conquistano le loro mete con caparbietà e coerenza: sangue, sudore e lacrime (Blood, Sweat and Tears). Cambiano i tempi, ma i valori di base sono sempre quelli da generazioni in generazioni.

A volte penso di non fare abbastanza, ma spero che tutti quelli che la pensano in una certo modo possano da una piccola voce arrivare a far sentire questa esigenza.
Non più schiavi di una certa televisione dove uno sconosciuto, per gioco e per scommessa, diventa famoso (Costantino), ma una reale possibilità di poter ottenere conoscenza e cultura da uno strumento che non ha pari integrando tutti i media che in questo momento possiamo utilizzare.

Intervento al Convegno “A misura di bambino: ruolo e responsabilità della televisione nei confronti dell’infanzia e dell’adolescenza” realizzato dal CORECOM Piemonte il 20 novembre 2004 Giornata Mondiale dell’Infanzia.




martedì 26 ottobre 2004

NovaMouse.net: una nuova avventura!


nova

Nata da una collaborazione tra AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), UILDM (Unione Italiana per Lotta contro la Distrofia Muscolare), CPD (Consulta delle Persone in Difficoltà) e ADN (Associazione Diritti Negati), la NovaMouse.net è una cooperativa sociale con la finalità di promuovere azioni dirette a garantire servizi e prestazioni indispensabili alla cura e tutela sociale delle persone affette da disabilità e inserirle in modo produttivo al mondo del lavoro.

Per la mission che gli è stata affidata NovaMouse.net si occupa soprattutto della formazione e dell'inserimento lavorativo di disabili fisici e motori.

Il centro operativo di Via San Marino 21/23 vuole diventare il punto di riferimento per i disabili che intendono trovare un loro adeguato inserimento nel mondo del lavoro utilizzando compiutamente le nuove tecnologie, computer e telefono soprattutto.

L'aula informatica attrezzata con tutti gli ausili, permette ai disabili di poter utilizzare il computer al pieno delle funzionalità operative: i corsi di Formazione dal livello base giungono sino alla preparazione per il conseguimento dell’ECDL (Patente Europea del Computer) permettendo agli utente una crescita personale e professionale adeguata alle esigenze del mercato del lavoro.

Parto per una nuova avventura: in bocca al lupo!


“Non insegnare a pescare, ma insegna alle persone a costruire le canne da pesca per poter pescare”

sabato 16 ottobre 2004

La scelta


La scelta

Sono le scelte compiute che dimostrano chi siamo veramente, molto di pù delle nostre capacità

domenica 10 ottobre 2004

Un bosco di pini


Un bosco di pini
Mentre camminavo in un pomeriggio di estate in un bosco di pini, dove il silenzio era riempito dal fruscio delle fronde e dal scriosciare rapido ed allegro del ruscello, sentii sotto ai miei piedi un ramo spezzarsi con un rumore secco ed acuto simile ad un grido di dolore.
Mi chinai e nell'erba profumata dagli estivi aromi, presi nelle mani il ramo spezzato e vidi dal legno uscire una piccola goccia di resina: "Sembra ad una lacrima - mi dissi. Chissà da quanto tempo avrebbe voluto uscire, ma la corteccia glielo impediva".
Strinsi con un sorriso il ramo nelle mie mani e respirandoi intensamente ripresi il cammino dividendo con il ramo il magico incanto di un bosco di pini.
(1990 - SC)
In questi giorni mi è venuto in mano questo pensiero, mentre traslocando e mettevo in ordine le mie cose: vorrei che la goccia di resina, i sentimenti, le emozioni e tutto quello che ciascuno di noi ha dentro, vengano sempre di più fuori superando la corteccia che ci siamo costruiti intorno a noi nel corso degli anni.

venerdì 1 ottobre 2004

Buon Compleanno, Sergio!


Primo ottobre 1953

Nascere il Primo di Ottobre, San Remigio, voleva dire iniziare la scuola. Così per tanti anni il mio compleanno corrispondeva all'inizio della scuola.
Cosa che adesso mi serve a ricordare in che anno ho fatto una determinata classe.
In più ringrazio, perchè Qualcuno ha messo una mano sulla testa dei miei genitori quando stavano per chiamarmi Remigio: per fortuna è rimasto solo il "gio".


I nati oggi sono caparbi e capaci di affrontare le difficoltà che il destino ha in serbo per loro. Pragmatici, pratici e attraenti, tendono ad avere un approccio semplice e diretto nei confronti della vita. Pur essendo spesso dotati di una prodigiosa fantasia, si dimostrano abili nel riportare tali sogni a un livello pratico che permette di far fruttare le loro idee. I nati in questo giorno non scherzano affatto quando si tratta del loro lavoro. Si risentono ogni volta che qualcuno tenta di accapparrarsi i loro meriti o di ostacolare i loro sforzi, ma ciononostante sanno ascoltare qualsiasi critica costruttiva volta ad illustrare come svolgere in maniera più adeguata il loro lavoro; questo perchè sono leggermente perfezionisti e quindi aperti ai suggerimenti che possono farli migliorare.
(Torino Cronaca) 1/10/2004

Scusa se è poco!!!

mercoledì 29 settembre 2004

Le margherite sono sbocciate!


margherite in fiore
Dedicato alle Simone

"Il mondo di oggi ha bisogno di personeche abbiano amore e lottino per la vita almeno con la stessa intensità con cui altrisi battono per la distruzione e la morte."

Mohandas K. Gandhi


lunedì 27 settembre 2004

Margherite della pace


Margherite

giovedì 23 settembre 2004

La casualità


Ricordo

La casualità: come può essere che dopo tanti anni ci si incontri, ci si ritrovi in ambienti completamente diversi da quelli dove ci si era conosciuti?

Certo che la vita ogni giorno ti crea delle opportunità: lasciati vivere.


L’indirizzo datomi da un amico mi fa incontrare una persona che mi fa tornare indietro di 28 anni (una lunga vacanza a Diano Marina) e poi appena un giorno dopo in una sala gremita di spettatori, dove devo fare un’intervento in una conferenza sulla Comunicazione della Cultura, incrocio un sorriso e Lei mi dice:
“Che ci fai qui?”
“ Ma io devo parlare”
“ Ma va!…”

Dopo almeno 10 anni rivedo una persona a me cara. Era una delle ultime persone che mi sarei aspettato di incontrare. Un sorriso poi inizio a parlare, butto l’occhio: Lei sorride scherza con la vicina poi dopo un’attimo non La vedo più.

La casualità mi porta il ricordo di una vacanza passata, di piccoli episodi archiviati, che ti rivengono in mente velocemente.
Chissà cosa ci aspetta domani? Alla prossima.

sabato 18 settembre 2004

La Calcolatrice



Tutto il giorno faceva conti: somma, moltiplica, sottrai e dividi.
Amava sognare, ma i numeri la riportavano alla realtà. Quando le dita di chi la usava erano veloci e leggere era contenta, ma se le sentiva rigide ed irritate pensava: "Ci risiamo con le spese".

Alla fine della giornata, ormai sola in ufficio, pensava soddisfatta a tutto il lavoro svolto. Aveva capito la sua importanza il giorno in cui era mancata la luce e gli uomini avevavo dovuto fare i conti senza il suo aiuto. Però in fondo, il suo sogno era sempre lo stesso: avrebbe voluto che almeno per una volta 1 + 1 potesse dare come risultato 3.
Le Fiabe del Sorriso - 1990 - (SC)

lunedì 13 settembre 2004

Il sorriso


Sorriso

Il cuore è tuo: può anche piangere.
Il volto è degli altri: deve sorridere!

sabato 11 settembre 2004

11 settembre


Beslan - Ossezia

Nel ricordo dell'11 settembre, voglio inserire l'articolo che Fatima Moliardo ha scritto per l'Agenzia Obiettivo Minori su come noi adulti e soprattutti i nostri ragazzi si rapportano con le immagini di guerra presenti nei telegiornali.

Come spiegare ai bambini le notizie proposte da giornali e telegiornali? Come rispondere alle loro inquietudini se noi stessi ci troviamo spesso impietriti di fronte alla drammaticità delle immagini di ciò che ci accade intorno?

Questi ultimi anni non sono stati, come aveva proclamato l'Assemblea Generale dell'Onu, il "decennio del diritto internazionale".
Un ragazzo che oggi conta quindici anni, nato sotto l'ultimatum di Saddam al Kuwait, ha già subito un interminabile repertorio di immagini di guerre, da quando, per la prima volta, le immagini belliche sono entrate nelle case attraverso il mezzo televisivo, a opera soprattutto alla CNN, che, ai tempi della “guerra del Golfo”, ha rivoluzionato il mondo dell'informazione mediatica, ai primi anni '90.
Di certo i quindicenni di oggi comunque non sanno dire chi erano i paesi che combattevano, né perché combattevano. Ma sicuramente ricordano le immagini che hanno visto e che rimangono impresse nella loro memoria in una disordinata babele. Serbia, Croazia, Bosnia, la "restaurazione di fine secolo". Kashmir, Pakistan, Israele, Palestina, Iraq.
Guerre sacre, guerre profane, con alibi umanitario o senza.

La tecnologia ci ha dato la possibilità di aumentare in maniera vertiginosa la potenzialità delle comunicazioni e diventa doveroso chiedersi dove finisce il diritto di cronaca, oltre che essere consapevoli del fatto che l’informazione, soprattutto in tempo di guerra, è sempre mediata e guidata dalle ragioni della propaganda.
E' giusto che un bambino venga bersagliato da immagini di orrore? E' giusto che esse vengano trasmesse nella loro realtà e con i loro contenuti drammatici, angoscianti e, talvolta, ingiustificati?
O per preservare l'innocenza dei nostri bambini è necessario metter loro sotto una campana di vetro, magari seguendo il metodo Steiner, che preclude in maniera categorica l'uso della televisione?

Forse è meglio trovare una via di mezzo.

I bambini assistono a notizie e a immagini terribili, notizie che talvolta riguardano i bambini stessi. Anche quando non accade l' inimmaginabile, come in Ossezia, rimangono i bombardamenti, gli omicidi, il terrorismo. Guardano immagini di dolore, di distruzione e di morte che spesso vengono enfatizzate, reiterate e riproposte fino alla nausea.
Il crollo delle Torri Gemelle è stato un evento traumatico per tutto il mondo soprattutto per la reiterazione dell'evento.
Per i bambini, specialmente i più piccoli, dopo il crollo dei due grattacieli, sono crollati altri due, e poi altri due, e altri due ancora, poiché la stessa immagine, divenuta un fatto cumulativo, ha fatto crollare loro addosso tutto il mondo nel giro di un quarto d'ora.

Gli esperti hanno consigliato ai genitori americani di parlare ai loro figli della guerra e del terrorismo per non lasciarli soli con le loro paure. Parlare significa necessariamente spiegare, anche in un momento storico e sociale in cui gli adulti stessi avrebbero bisogno di essere tranquillizzati e rasserenati.

Come trovare le parole per dare una spiegazione plausibile di cosa sia successo nella scuola di Beslan senza rischiare di apparire cinici?
I nostri figli hanno visto i soldati, e le armi e bambini che correvano e corpi distesi coperti con telo nero, e ancora bambini.

Sfido gli esperti che invitano i genitori a riflettere coi loro figli su quanto accade, con la motivazione che altrimenti essi potrebbero pensare che la guerra è come quella che essi combattono nei videogiochi dove più si distrugge e più si uccide e più punti si ottengono.
Sono bambini, non stupidi. Sentono tutta la drammaticità dei volti segnati dal terrore e dallo sgomento. Sanno che le lacrime non sono virtuali, sanno che sono veri morti, è vero sangue e vera sofferenza. E vogliono risposte, soprattutto i più grandicelli, vogliono sapere, vogliono essere rassicurati.
Ma vogliono anche capire.
A noi toccano le risposte, e non sempre è possibile esorcizzare l'orrore della guerra con l'esempio di straordinaria umanità e umorismo di Roberto Benigni nel film "La vita è bella".
Le nostre spiegazioni devono essere adattate al livello della loro comprensione e del loro linguaggio, i nostri termini semplici e rispettosi della loro sensibilità.
L'importante, senza entrare in dettagli superflui, è non ingannarli, e trasmettere la forza per reagire ai sentimenti di rabbia, tristezza e paura che inevitabilmente accompagnano la conoscenza di realtà negative.

Ma se spiegare ai più piccoli è importante, parlarne con gli adolescenti diventa doveroso.

Con i nostri giovani bisognerebbe impostare un discorso in termini di fondamentale ingiustizia dell'azione che sacrifica la vita altrui, affinché il problema di fondo diventi la responsabilità che ciascuno deve avvertire per ciò che gli accade intorno.

Un tempo è stato giusto mostrare le foto della Shoah. La pubblicazione delle immagini dello sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale ha posto le basi affinché potessimo crearci una coscienza collettiva.

Oggi le notizie occupano intere pagine di giornali; alcune ci rimangono per un paio di settimane e poi scivolano via dalle pagine e dalla memoria.

Cessate le immagini, scemate le urla si torna alla quotidianità, alla tiepida sicurezza di chi è ormai abituato a guardare le guerre degli altri al di là dello schermo.

I quotidiani, le radio, le televisioni (ovvero i libri di storia dell’oggi) dovrebbero impegnarsi a seguire con più attenzione gli avvenimenti, non occupandosi solo del clamore da prima pagina, ma aiutando a capire anche a distanza di tempo, affinché il diritto-dovere di cronaca possa strumentalizzare sì i ricordi, ma per non dimenticare, per creare questa coscienza collettiva che educa alla pace in tempo di guerra.

Solo insegnando che l'indifferenza rende corresponsabili, tutti, genitori, educatori e mezzi di comunicazione, potremmo dare l'esempio di una società non violenta, che anticipa e prepara una nuova civiltà.

giovedì 9 settembre 2004

Bene e Male




Quanto sarebbero buoni gli uomini, se ogni sera prima di addormentarsi, rievocassero gli avvenimenti della giornata e riflettessero a ciò che c'è stato di buono e di cattivo nella loro condotta.
Anna Frank

mercoledì 8 settembre 2004

Tutto ciò che dai....

Tutto ciò che dai rimane tuo per sempre,
ciò che tieni per te è irrimediabilmente perduto.

Un ponte per Baghdad

Un senso di vuoto mi pervade. Ieri i bambini russi e oggi l'Iraq: dove stiamo andando?
Cosa posso fare io, è la domanda che mi pongo.
Le nostre connazionali la loro risposta l'hanno data, mettendosi al servizio degli altri.
La nostra preghiera va a loro e a tutti quelli che stanno facendo qualcosa per gli altri. SC
Noi, movimento italiano per la pace, fratelli e sorelle di Simona Pari e di Simona Torretta, operatrici di pace in Iraq, chiediamo alle persone che le detengono insieme ai due operatori iracheni, Ra'ad Alì Abdul-Aziz e Mahnaz Bassam, di liberarli subito. Vi chiediamo di considerare quanto danno state provocando alla causa della pace e a quella del popolo iracheno.
Come ha scritto l'Unione delle comunità islamiche in Italia, "testimoniate coscienza di un debito di riconoscenza nei confronti di coloro che hanno condiviso la sofferenza del popolo iracheno negli anni dell'embargo, che sono rimasti nel paese quando dal cielo piovevano le bombe, che non l'hanno abbandonato neanche in questi mesi orribili di confusione e violenza".
Vi chiediamo di non spezzare il filo di solidarietà che, nonostante e contro l'embargo prima e la guerra poi, nonostante e contro le scelte del nostro governo, persone come le nostre sorelle hanno mantenuto tenacemente e coraggiosamente, ad esempio rifornendo di acqua la popolazione assediata di Falluja e Najaf.
"Un ponte per", la loro Ong, insieme a centinaia di organizzazioni sociali e politiche del nostro paese, ha organizzato gigantesche manifestazioni a favore della pace e per il ritiro delle truppe straniere dall'Iraq, e ha cercato di non abbandonare gli iracheni all'arbitrio dell'occupazione militare.
In nome di questa lotta e della verità, vi scongiuriamo: liberateli subito.

Al popolo iracheno e a tutti gli amanti della pace nel mondo, e in Italia, chiediamo di aiutarci nel tentativo di salvare la vita di Simona Pari, di Simona Torretta, di Ra'ad Alì Abdul-Aziz, di Mahnaz Bassam. Erano a Baghdad a nome di tutti noi. Nella loro prigione siamo anche noi, oggi.
La loro liberazione sarebbe uno spiraglio di luce nel buio della violenza. Ancora in queste ore, in molte città irachene, la guerra miete vittime innocenti. Perciò continuiamo a chiedere con fermezza che tacciano le armi, che termini l'occupazione.
Ogni forma di mobilitazione, di pressione, gli appelli e le fiaccolate, i messaggi ai rispettivi governi sono i mezzi di cui disponiamo, noi popolo della pace. Usiamoli tutti, adesso.
Al movimento italiano chiediamo di scendere in piazza, in ogni città, da subito, con i colori dell'arcobaleno e nel nome delle nostre sorelle e dei nostri fratelli sequestrati in Iraq.

Il Comitato italiano Fermiamo la guerra, organizzatore delle marce del 15 febbraio 2003 e del 20 marzo 2004
Un ponte per Baghdad

domenica 5 settembre 2004

Una candela accesa...



.... non solo per i bambini della Ossezia.
Per tutti, per un mondo migliore.

Candela Posted by Hello

sabato 4 settembre 2004

Buon compleanno internet: 35 anni di sfide e successi

da Repubblica.it
2 settembre 1969, si accende il primo nodo della rete mondiale. Da Arpanet al Web, tre decenni di sviluppo oltre ogni previsione"Nel mezzo del cammin di nostra vita": internet compie 35 anni e si trova, come il poeta, in un punto centrale della sua esistenza. Forse non dal punto di vista cronologico, certamente dal punto di vista storico. Era il 2 settembre 1969 quando, all'università di Los Angeles, venne inaugurato il primo nodo di quella che sarebbe diventata la rete mondiale.


Questa è la notizia. Tutte le volte che si ricorda qualcosa di speciale, io cerco di ricordare che cosa stavo facendo quel giorno così importante mentre un universitario americano scriveva ad un'altro una cosa (e-mail) di cui adesso non possiamo più fare a meno.

'69 - Terza D al Quinto liceo scientifico (adesso A. Volta) di Torino: Arca. Aruga, Avalis........ Era l'appello.
Adesso con il gruppo storico, Dino, Ezio, Gigi e Renzino nelle serate ricordiamo nomi, aneddoti e la nostra voglia di crescere, di diventare grandi.
Erano gli anni che quando andavi ascuola non sapevi se la trovavi aperta, se c'era una manifestazione o se si andava a Palazzo Nuovo, all'Impera a giocare a biliardo o al Centrale per vedere un film cult (adesso lo definirei lamata) sul quale ci scambiavamo dotte interpretazioni.
Allora non sapevo nenche cosa fosse un calcolatore, un cellulare, ma vivevamo bene lo stesso: grazie alla tecnologia che ci aiuta e ci supporta, ma niente può sostituire un bell'incontro tra amici, magari con un buon bicchiere di vino. Vero ragazzi?

venerdì 3 settembre 2004

Benvenuto in Rete!

Da oggi inizia la mia avventura in Blog.
Chissà se aumenta la mia voglia di scrivere!
L'uso del PC non deve condizionare la fantasia... anzi.
Da dieci anni lavoro con e su Internet: finalmente mi sono deciso.
Una esperienza nuova da cui, come sempre, vorrei trarre qualcosa di positivo.
da alcuni mesi sto seguendo l' Agenzia di Stampa di Obiettivo Minori e questo mi fa capire quanto sia importante seguire costantemente un mondo che sta andando alla velocità della luce.
Nuove tecnologie, la loro applicazione, i risvolti che hanno sulle persone e sui minori: questi sono gli aspetti che mi interessano e che seguirò in questo blog oltre ad altri pensieri in libertà.
Alla prossima. SC