giovedì 27 agosto 2009

Una bella lettura...





















Il libro che avete tra le mani è uno dei più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni. Detto così alla buona, è il racconto comico della scoperta e dell'uso, da parte di una famiglia di uomini estremamente primitivi, di alcune delle cose più potenti e spaventose su cui la razza umana abbia mai messo le mani: il fuoco, la lancia, il matrimonio e così via. È anche un modo di ricordarci che i problemi del progresso non sono cominciati con l'era atomica, ma con l'esigenza di cucinare senza essere cucinati e di mangiare senza essere mangiati." (Dalla presentazione di Terry Pratchett)

Il più grande uomo scimmia del Pleistocene è un romanzo di genere fantascientifico, scritto dal giornalista inglese Roy Lewis, che narra le vicende di un gruppo di cavernicoli dell'Africa centrale del tardo Pleistocene, le loro lotte per sopravvivere ed evolversi.
Ho avuto la fortuna "di averlo tra le mani", consigliato dal mio amico Gigi. E' una lettura simpatica, ma con un sottofondo che come tutti i buoni libri ti fa pensare.

Le cose non sono nate da sole, ma è la continua ricerca giornaliera che ci porta nel futuro con gli strumenti sempre più raffinati.

I problemi ci saranno sempre e sempre qualcuno riuscirà a trovare la giusta (auguriamoci per tutti) soluzione.

C'è da scegliere se essere Zio Vania o Edward: conservatori o innovatori la disputa è eterna!

Io sto con Edward: spazio all'immaginazione e alla voglia di evolversi. Se non ci fossero stati tanti Edward chissà cosa faremmo adesso.

Di sicuro non scriverei queste parole su un computer, ma su una bella parete di una caverna!

lunedì 24 agosto 2009

La tecnologia non bisogna conoscerla per venderla ...












Seduti al bar a chiacchierare...
Non è l'inizio di una canzone, ma è il pensiero che rivolgo al mio ex capo IBM che incontro regolarmente a Sanremo. Stessa spiaggia stesso bar.

Mi ricordo che fu il primo colloquio in IBM.
Lui con impeccabile gilet giocherellava con uno dei bottoni guardando fuori dalla finestra i vecchi uffici della RIV- SKF.

Mi diceva che il futuro non poteva che essere roseo: i clienti telefonavano e tu correvi a fargli firmare il contratto che a volte era di più degli obiettivi dell'anno.
Il bottone nel frattempo si era staccato e Lui con una tranquillità inquietante lo riattacca con la pinzatrice?!? Che uomo! C'è il problema et voilà la soluzione: che ci vuole!
Allora ho capito che avevo molto da imparare nell'arte del vendere!
I tempi son cambiati, ma è un piacere ricordare i giorni passati insieme quando io faticosamente cercavo di inserirmi nel modo del business e il mio telefono o era troppo occupato o i clienti sbagliavano numero, sta di fatto che nessuno mi chiamava per firmare un contratto.
Al contrario le poche telefonate ricevute erano solo problemi...
Lui, Mino Gazzano ancora oggi dice: la tecnologia non bisogna conoscerla per venderla.
Un uomo, una garanzia.
Nda: la foto è venuta sfuocata perchè anche il fotografo, amico di Mino, non è particolrmente "tecnologico"

Monte Chaberton















Era da anni che vedevo la sua cima e desideravo arrivare sin lassù. Quale migliore occasione organizzare con i miei amici. Un solo obiettivo: arrivare!
Non importa il tempo...
Claviere: ore 07.00 partenza. Giornata splendida. Ci siamo.
Dopo uno splendido sentiero nel bosco arriviamo ai piedi della parte più lunga e impegnativa che ci fa arrivare in cima al Colle.
Il sentiero è nella pietraia e la marcia non è propriamente agevole. Ci fermiamo dopo due ore di marcia per rifocillarci: dagli zaini escono bevande e dal mio, come preparata sorpresa, escono i fruttini Zuegg!!! Ma ve li ricordate? La mia generazione a merenda aspettava il fruttino che oltre ad essere buono da una carica energetica eccellente (cosa da tenere sotto controllo per un pre diabetico come me!).
Contemporaneamente usciamo dall'ombra e da questo momento in avanti il sole ci accompagna. Al colle dove normalmente tira un vento molto forte si vede uno splendido panorama che prende sia la bassa che l'alta val di Susa.
Inerpicandoci per il sentiero, tra una battuta e l'altra, passano altre 1 ore e tre quarti per arrivare alle fortificazioni del monte Chaberton (mt. 3.031).
Sulla cima c'è un panorama a 360° eccezionale, vedendo sia il Monte Bianco che il Monviso. E' una gioia grande esserci riusciti e soprattutto averlo fatto in splendida compagnia!!!
PhotoGallery

lunedì 3 agosto 2009

Tre mesi di ferrate ...













1/8/2009 - via ferrata d'Andagne Guy Favre - Bessans - Chappelle de S.te Marie des Graces

26/7/2009 - Ferrata di Tournoux - Col de Pousterle

19/7/2009 - Le Rocher Blanc via ferrata Le Rocher Blanc - Chantemerle/Serre Chevalier 1350

5/7/2009 - Ferrata du Pichet - Lanslevillard

21/6/2009 - Ferrata di Rocca Bianca - Caprie

7/6/2009 - Sacra di San Michele Via ferrata Carlo Giorda

2/6/2009 - Via ferrata d'Arsine - Villar d'arene, a sx per Le Pied du col e Pas de l'Ane

24/5/2009 - Croix de Toulouse Via Ferrata - Briancon

17/5/2009 - Ferrata del Rouas - Melezet fraz.di Bardonecchia



E dire che ho iniziato per scherzo, perchè non ne potevo fare a meno, non potevo tirarmi indietro con i miei amici. Poi la bellezza della montagna, lo scroscio dell'adrenalina che ti coglie in certi passaggi e un paio di voli che mi hanno insegnato dove mettere le mani e i piedi per evitare qualcosa che potrebbe essere abbastanza spiacevole, hanno fatto si che la settimana sia composta da sei giorni che ti separano dalla prossima gita in montagna.

Non è che la paura sia passata, ma è tale la voglia di arrivare in cima che tutti gli ostacoli sembrano facilmente superabili.

E poi a 55 anni per la prima volta ho visto le stelle alpine, un prato di stelle alpine che serenamente prendevano il sole e il.dolce vento dei 2.400 mt.


Alla prossima nuova esperienza. Il Geko.