giovedì 27 agosto 2009

Una bella lettura...





















Il libro che avete tra le mani è uno dei più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni. Detto così alla buona, è il racconto comico della scoperta e dell'uso, da parte di una famiglia di uomini estremamente primitivi, di alcune delle cose più potenti e spaventose su cui la razza umana abbia mai messo le mani: il fuoco, la lancia, il matrimonio e così via. È anche un modo di ricordarci che i problemi del progresso non sono cominciati con l'era atomica, ma con l'esigenza di cucinare senza essere cucinati e di mangiare senza essere mangiati." (Dalla presentazione di Terry Pratchett)

Il più grande uomo scimmia del Pleistocene è un romanzo di genere fantascientifico, scritto dal giornalista inglese Roy Lewis, che narra le vicende di un gruppo di cavernicoli dell'Africa centrale del tardo Pleistocene, le loro lotte per sopravvivere ed evolversi.
Ho avuto la fortuna "di averlo tra le mani", consigliato dal mio amico Gigi. E' una lettura simpatica, ma con un sottofondo che come tutti i buoni libri ti fa pensare.

Le cose non sono nate da sole, ma è la continua ricerca giornaliera che ci porta nel futuro con gli strumenti sempre più raffinati.

I problemi ci saranno sempre e sempre qualcuno riuscirà a trovare la giusta (auguriamoci per tutti) soluzione.

C'è da scegliere se essere Zio Vania o Edward: conservatori o innovatori la disputa è eterna!

Io sto con Edward: spazio all'immaginazione e alla voglia di evolversi. Se non ci fossero stati tanti Edward chissà cosa faremmo adesso.

Di sicuro non scriverei queste parole su un computer, ma su una bella parete di una caverna!

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